«Non sono state trovate soluzioni, ma sono solo state scaricate le responsabilità dal governo, ignorando le proposte della base e dei sindacati»: per questo motivo il mondo della scuola sciopera oggi e continuerà a porsi in «netto contrasto» alle decisioni del governo, della ministra Lucia Azzolina e del comitato tecnico-scientifico, che «sulla scuola, come in altri aspetti della vita e della democrazia del paese, ha imboccato una strada pericolosa». Sono le parole di Azzurra Schirosi, dirigente sindacale Uil Scuola, che rimarca il netto contrasto alle misure del governo da parte dei sindacati per la gestione derivante dall’emergenza sanitaria per la Sars-Cov-2 e la malattia che ne consegue, Covid-19.
Dai comunicati congiunti dei sindacati Cisl, Cgil e Uil si leggono le richieste che è necessario ascoltare e che motivano lo sciopero:
I sindacati auspicano una ripartenza in sicurezza, insomma, garantendo la didattica in presenza. Come spiega Azzurra Schirosi: «In questi mesi sono stati penalizzati i meno abbienti e gli alunni con difficoltà, in particolare i disabili psichici, gli audio e videolesi, i nuclei che necessitano di mediazione linguistica, e sono state frustrate le famiglie e gli insegnanti di sostegno su cui è caduto tutto il peso dell’inerzia».
Si rende necessaria, dunque, un’azione che permetta il pieno recupero di tutti gli alunni che non hanno potuto usufruire del principio di uguaglianza sostanziale riguardo l’istruzione, «anche tenendo conto delle situazioni differenti di ciascuna regione».
Le cose sono andate male dall’inizio della quarantena, spiega Schirosi: «Se è comprensibile che per far fronte all’emergenza si agisca velocemente, stando poi alla riapertura generale del paese, si poteva progettare prima e meglio il rientro nelle scuole, e non saltare del tutto il confronto con i sindacati giustificando la scelta per via dell’urgenza».
«Alla mancata convocazione dei sindacati e della base, pronta a fornire idee e soluzioni, si è aggiunta la mancata attuazione degli impegni che avrebbero consentito a molti precari con almeno tre anni di servizio una stabilizzazione del rapporto di lavoro già il prossimo settembre, così come non vi è alcuna certezza sulle risorse da destinare al rinnovo del Contratto per il triennio 2019-21».
E che dire della maturità e degli altri esami “in presenza” dietro l’angolo? «Le criticità sono tante, a cominciare dalla certificazione che viene richiesta, in cui si dovrebbe dichiarare che non si corrono rischi, ma cose si fa a dirlo se non ci sono i mezzi che possono assicurarlo? I medici di famiglia sono molto in difficoltà per questo. In che modo, inoltre, si potrà garantire già solo una valutazione oggettiva? Come si è potuto assegnare voti per le interrogazioni on line? Appurato che il problema principale è il rischio sanitario, come sarà possibile far fronte anche alle problematiche psicologiche che graveranno sugli alunni nelle condizioni di sicurezza previste durante gli esami?».
«Ritengo opportuno incrociare le braccia – conclude la sindacalista – perché dal governo non è arrivata nessuna assunzione di responsabilità, nessuna soluzione, eppure non si è voluto ascoltare le proposte dei sindacati. Il dialogo è la prima condizione necessaria per affrontare e superare insieme i problemi».