Non si può parlare di pianeta senza parlare di ecosistemi. Ma cos’è un ecosistema? Con questo termine si identifica l’insieme di tutti gli organismi viventi e di tutta la materia inorganica che interagiscono tra loro, in determinati ambienti e climi, formando un sistema di rapporti autosufficiente e in equilibrio. Un deserto, una savana, il fondale marino: sono tutti esempi di ecosistemi in cui specie animali e vegetali convivono tra loro.
Gli ecosistemi sono autosufficienti e riescono a mantenere l’equilibrio al loro interno permettendo alla vita di proliferare; tuttavia, dei fattori esterni rischiano di alterare questo equilibrio, andando a indebolirlo o perfino a eliminarlo, con conseguenze spesso disastrose per la vita stessa.
E quando parliamo di fattori esterni non possiamo che pensare all’uomo. La specie umana, nel corso dei secoli della sua storia di predominio del mondo, ha alterato, modificato, eliminato e persino creato ecosistemi a suo piacimento, per permettersi di crescere come specie. Questo processo ha danneggiato tutte le altre specie, finendo per minacciare la vita stessa dell’uomo. Un auto-avvelenamento a lungo termine, iniziato fin dal medioevo, che ci pone oggi a dover compiere delle scelte per evitare gli scenari peggiori: da una nuova estinzione di massa delle specie fino alla fine della vita stessa sulla terra.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile; l’avvio ufficiale di questi obiettivi ha coinciso con l’inizio del 2016.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.
Le specie animali e vegetali convivono all’interno degli ecosistemi in maniera sufficiente, interagendo tra loro.
Se vogliamo analizzare le singole specie, possiamo usare il termine habitat per indicare una particolare zona del mondo in cui la specifica specie può vivere e crescere, sfruttando le risorse dell’ambiente circostanze. In questi habitat le singole specie animali e vegetali vivono e proliferano in simbiosi tra loro. Ad esempio, gli uccelli si cibano dei parassiti che si trovano nel corpo di un mammifero; oppure nel caso delle anemoni di mare e i pesci pagliaccio, i quali coabitano per proteggersi tra loro dai predatori marini.
Sono proprio i singoli habitat ad essere maggiormente a rischio, per l’azione sconsiderata dell’uomo.
L’uomo agisce sul pianeta terra come un dittatore, andando a modificare l’ambiente circostante a suo piacimento, per assecondare i suoi bisogni, a discapito delle altre specie. Non solo, l’uomo agisce direttamente anche sulle specie stesse: allevamenti, caccia e pesca intensiva sono solo alcuni dei processi che stanno portando a un danneggiamento della biodiversità.
Si tratta di un caso di auto-avvelenamento da parte dell’uomo: agendo in maniera sconsiderata, egli sta causando danni irreversibili al pianeta. Processi come la deforestazione e la desertificazione, ma anche l’innalzamento del livello del mare, vanno a distruggere in primo piano gli habitat degli animali, ma agiscono indirettamente anche sull’uomo stesso. Un mutamento negli equilibri tra le specie animali non può che danneggiare anche l’uomo, in un processo che arriva a nuocere a tutte le specie viventi, dalle più grandi fino a quelle microscopiche.
Tutto questo ci pone davanti a un problema: come possiamo salvare il pianeta?
Per salvare il pianeta servono anche piccoli gesti quotidiani, iniziative individuali o collettive che possano smuovere la sensibilità sociale e dare il via ad un processo migliorativo.
Ecco alcuni esempi:
Per approfondire
A cura degli studenti della 5AS 2021-2022 del Liceo “Fermi-Monticelli” di Brindisi.