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Perché comprare libri usati?

Di certo dedicare pomeriggi a setacciare scaffali in mercatini, quasi sempre polverosi, non fa bene alla pelle e ai bronchi. Acari, bestie subdole, abusano della nostra perseveranza. Mentre sei intento a ignorare il prurito della polvere e simili incidenti – trovi quello che cercavi e ti fermi.

Ma come?! – pensi – lo stesso libro che ho visto on line, scintillante e diabolico dalla sua copertina patinata, posso averlo a due euro? Suvvia. Vale quanto un caffè in ghiaccio in un bar delle marine, (per inciso, due euro per un caffè è una rapina). Ma torniamo al nostro libro, e pensiamo a quella volontà che pretende un sacrificio quotidiano: d’altronde, non tutti gli oppressi devono essere infelici – i desideri dell’uomo follemente inseguono un’ideale fino a spadroneggiare sulla materia, sulla natura resa servile strumento in un percorso inesorabile.

Intere foreste sono state abbattute perché questi libri venissero stampati e destinati un giorno al macero. Magari questa carta sarà riutilizzata per incartare un pacco regalo equo e solidale quando questo libro sarà distrutto, ma un libro è sempre un’opera dell’ingegno umano e non di Babbo Natale. Spero che, a modo suo, quest’albero possa apprezzare lo sforzo di renderlo immortale, più di quanto la natura non abbia già provato a fare con milioni di anni di evoluzione.

Con il vostro aiuto, questo libro passerà di mano in mano, di scaffale in scaffale, di scatolone in scatolone, sperando qualcuno lo legga sul serio: dunque, passerà di mente in mente, di spirito in spirito. Sarà questa forse la migrazione (μετεμψύχωσις) di pensiero che intendeva Pitagora, se non l’anima stessa si rispecchierà di libro in libro, dal più antico al più moderno.

E non posso fare a meno di domandarmi a chi è appartenuto in precedenza questo libro. Spesso trovo delle dediche, con grafie graziose, a volte, attraverso il tratto usurato dal tempo si intravede la loro distanza temporale, il languore, il distacco di chi quel libro l’ha perduto per sempre in vita, ma non l’ha perduto mai: io farò quest’alleanza con voi, e voi la farete con me. Sarà il nostro patto. Nessun albero perirà per sempre, ma sarà pensiero, e noi saremo a modo nostro quell’albero, e noi uno solo in quel libro: un insieme di processi, qualcosa di vivente, che non si può limitare in una rappresentazione statica, o nell’ultima ristampa.

Ovviamente, non sono un tipo da antico testamento, quindi prendete con leggerezza queste parole: non vi tormenterò, popolo eletto di lettori.

Dico solo che è insensato acquistare l’edizione del 2016 dello stesso libro a prezzo intero, quando a metà prezzo si può avere quella in apparenza decrepita del 1992, forse anche a meno. Questa è una scelta economica ma, prima ancora, spirituale, sostenibile ed ecologica. Ora non voglio con questo dare il colpo di grazia a un industria già in ginocchio: chi legge l’ultimo di continuerà ad acquistarlo, come il sig. Consumismo culturale vuole.

Lo so di non avere alcun diritto sul mio prossimo, né il prossimo possessore dei miei libri ne avrà sul mio di pensiero. Ma con tutta probabilità, io lui e quel libro, se ispirati dalla buona volontà, saremo un pensiero solo.

*in cover foto di Sharon McCutcheon su Unsplash
Angelo Petrelli

È nato a Roma nel 1984. Laureato in Filosofia, vive e lavora a Lecce. È autore della silloge poetica Elegìa (Besa) e del poema Molokh (PeQuod). Ha fondato L’Alter Ego, periodico d’estetica e cultura letteraria. Ha collaborato con diversi quotidiani locali e i suoi interventi critici sono apparsi su riviste come Allegoria (Palumbo editore), Atelier (Edizioni Atelier), L’immaginazione (Manni), Krill (Lupo editore) e il lit-blog nazioneindiana.com.

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3 Commenti

  1. Bruna 20 Giugno 2020

    Mi fai riflettere, caro Angelo, su quanto siano affascinanti quei libri che ti invitano dalle bancarelle dell’usato. Hanno perso quell’aria di “anonimato”. Nel senso che non sono come i libri nuovi che nessuno ha ancora sfogliato. Non ti allettano per mezzo della copertina, del titolo, dell’autore. No, non solo! Serbano in sé dei segreti. Hanno un vissuto che li rende più intriganti. Prendendoli tra le mani vorresti quasi che ti raccontassero non solo la loro storia, quella scritta e che leggerai, ma anche la storia di chi li ha posseduti prima di te. Che mistero!

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  2. Angelo 21 Giugno 2020

    C’e un’eredità invisibile di esistenze da onorare in un libro usato.

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  3. Titti 22 Giugno 2020

    Angelo sfondi una porta aperta, perché io sono una di quelle che nei mercatini o nelle fiere, cerca sempre la bancarella dei libri usati e spesso ne ho comprati. Di contro però ho alcuni amici scrittori e per potermi confrontare con loro, mi trovo all’acquisto di nuovi. Le pagine dei vecchi libri hanno un fascino particolare

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