Lo spettro del transumanesimo e il sentimento d’esistere. Manifesto contro il transumanesimo.
Angelo A. Petrelli propone una traduzione dall’originale inglese della pubblicazione del 2017 a cura di Johannes Hoff, Sarah Spiekermann, Georg Franck, Charles Ess, Peter Hampson, Mark Coeckelbergh (in calce le informazioni biografiche sugli autori).
Le note sono del traduttore e, quindi, non presenti nell’originale inglese.
I suoi sacerdoti e adepti operano in molti dei più importanti laboratori di ricerca, università, grandi corporazioni e istituzioni politiche.
Il transumanesimo è una prospettiva negativa sulla natura umana, unita a una visione tecnico-scientifica che immagina il “come” dovremmo migliorare. Questa prospettiva è sostenuta da una superstiziosa credenza nella scienza come salvezza (per assioma) e da un astratto disprezzo per la nostra natura umana: la nostra fragilità, la nostra mortalità, la nostra senzienza, la nostra auto-consapevolezza e il nostro senso incarnato di “chi” siamo (distinto da “cosa” siamo).
Il potenziale dormiente alla stupidità e la disabilità alla discrepanza. E come risultato di questo confuso approccio promuovono e spingono verso un futuro che in maniera cieca annuncia reti onnipresenti geneticamente ottimizzate, guidate da computer, in cui esseri umani quasi sempre fallibili sono manipolati e potenziati da un macchinario invisibile, quasi sempre controllabile e ottimizzabile, guidati da robot intesi come stadio successivo di una potenziale “evoluzione” per l’umanità.
Le visioni dei transumanisti per il nostro futuro sono incontrastate, perché la loro mentalità è il sintomo di eminenti ideologie scientifiche emerse sulla scia della modernità. Di conseguenza, essi hanno il potere di dettare ciò che intendiamo con il termine “progresso”, e ciò che rispettiamo come “razionale”.
Parlano come se sapessero quale sarà il futuro e mostrano una resistenza testarda a qualsiasi critica, anche se “razionale”, ai loro punti di vista; mostrando così le mille facce di un’ideologia – a sua volta – “irrazionale”.
Lo scopo di questo manifesto è d’esporre l’irrazionalità e i pericoli insiti nel transumanesimo. Il transumanesimo nasce da diverse ipotesi errate e non poco.
Il tipo di transumanesimo che critichiamo si fonda sulle seguenti convinzioni:
Su queste tre convinzioni i transumanisti sostengono che:
Ma, negli errati presupposti del transumanesimo, la realtà non è la totalità delle informazioni.
Noi non pensiamo che la presenza d’informazioni sia la giusta nozione atta a chiarire la vita nella sua interezza. Troviamo anche ingenuamente inaccettabile l’assunzione e la definizione di “informazioni” come entità essenziale quantificabile o misurabile e quindi trattabile come un’ontologia completa o un resoconto di tutta la realtà.
Mentre la nozione d’informazione può essere utilizzata come strumento nelle scienze e nella tecnologia, il concetto non è del tutto basilare e quindi insufficiente per considerare tutti gli aspetti della vita umana.
L’informazione non può essere considerata equivalente solo alle “qualità primarie” di Locke22 – le proprietà vere degli oggetti in sé – «solidity, extension, motion or rest, number and figure» sono le qualità primarie della realtà corporea per John Lock descritte in Saggio sull’intelletto umano (An Essay Concerning Human Understanding, 1689., se si ignorano i “qualia”33 – si veda il significato di “qualia” nella filosofia della mente: i valori intrinseci e quegli aspetti del nostro mondo che lo rendono significativo e degno di essere vissuto, la teoria dell’informazione è per sua essenza priva di vita.
Tecnologie e media giocano un ruolo essenziale in questa emergenza di significato. Ma questa mediazione non deve essere confusa con le ipotesi transumaniste, che presuppongono che il significato sia uguale a una somma d’informazioni.
Mentre il termine “intelligenza” può essere usato come uno strumento nelle scienze e nelle pratiche tecnologiche – crediamo che sia più appropriato considerare termini come “intelligenza emotiva”, “nous”, “intellectus” o “sintonizzazione” (“Gefühl” nel senso di Schleiermacher 66 – nel senso proprio utilizzato dal teologo dialettico tedesco Friedrich Schleiermacher. “Gefuhl” è la profondità del nostro essere dove l’io soggetto e il Dio oggetto sono identità, sintonia. L’esperienza appunto di questa identità, in ottica romantica, è “Gefühl”, sentimento) quando si parla dell’atto del pensiero umano.
Il nostro “pensiero e agire in sintonia” (di conseguenza) è il nostro modo unico di essere una specie umana. È una capacità di sperimentare prestando attenzione e quindi attualizzando e trasformando il significato delle cose. Questa forma umana di pensiero e azione non ha valore neutrale. Il pensiero e l’azione sintonizzati sono indispensabili al processo decisionale quotidiano. Catturano i pezzi taciti e essenziali della realtà. Se li sacrifichiamo per un ragionamento calcolante che si presume essere “intelligenza”, la nostra capacità di discernere i giudizi e le decisioni etiche pertinenti e determinanti sarà penalizzata. Sostituiremo la realtà disordinata, ma ricca di significati con un mondo curatissimo, ma alla fine sterile.
Riassumendo: l’intelligenza artificiale può effettivamente essere “intelligente” in termini di elaborazione delle informazioni. Ma non ha né la capacità, né il modo di manifestarsi che è essenziale nella vita, vale a dire la “sintonizzazione” o la facoltà di incontrare, apprendere e negoziare significati; come fanno gli umani.
Abbiamo affermato sopra che la natura umana è segnata dalla nostra fragilità, dalla nostra senzienza, dalla nostra auto-consapevolezza e dal nostro senso incarnato di “chi” siamo. Queste sono le caratteristiche che ci permettono di essere sensibili al nostro ambiente, di sviluppare una sensibilità della nostra mortalità e di realizzare che ogni istante ha un passato unico che ci rivela un futuro senza precedenti. Sono questi che rendono la nostra esistenza distinta dall’esistenza di artefatti, robot o altre forme di entità non senzienti, perché gli umani percepiscono la sensazione di “esserci”.
I transumanisti negano questa qualità distintiva dell’esistenza umana, riducendo così la nostra natura senziente a quella di un robot. Quindi vogliamo chiarire quanto segue:
Colorando il “come ci si sente” l’individuo percepisce sé stesso1011 – nell’originale: By colouring the “how it feels” to be the being one is – passaggio poetico, ma non privo di criticità interpretative, le emozioni sono ciò su cui si fonda quindi il nostro senso del bene e del male. Non c’è un tale senso senza o al di fuori della sensibilità.
Gli autori
Prof. Dott. Sarah Spiekermann Professore e presidente dell’Istituto per la gestione dei sistemi informatici presso l’Università di Economia e Commercio di Vienna (WU Vienna, Austria). È nota per il suo lavoro sulla progettazione di sistemi IT etici e per l’attività nel campo della creazione di politiche sulla privacy. È autrice del libro di testo “Ethical IT Innovation – A Value-based Approach”.
Prof. Dott. Peter Hampson è ricercatore presso la Blackfriars Hall, Università di Oxford, dove insegna psicologia. È anche professore emerito presso l’Università dell’Inghilterra occidentale, Bristol, Regno Unito, e Professore onorario aggiunto di psicologia presso NUI Maynooth, Irlanda. È noto soprattutto per il suo lavoro sulla psicologia cognitiva e, da ultimo, sul dialogo psicologia-teologia. Di recente ha co-editato il volume “Teologia e letteratura dopo la postmodernità”.
Prof. Dott. Charles M. Ess Professore di Media Studies, Dipartimento di Media e Comunicazione, Università di Oslo. È noto soprattutto per il suo modo di pensare e scrivere sull’applicazione dell’etica della virtù sia nell’Information and Computing Ethics che nei Media and Communication Studies. È l’autore del libro di testo ampiamente utilizzato, “Digital Media Ethics”.
Prof. Dott. Johannes Hoff professore ordinario di Teologia sistematica e filosofica all’Università di Heythrop, Università di Londra. Johannes Hoff è noto soprattutto per questa riflessione sull’ermeneutica culturale contemporanea e sulla teologia filosofica tardo medievale. Il suo modo di pensare è quello di esprimere al meglio il suo recente libro “The Analogical Turn” e il prossimo pezzo “Macchine magiche: antropologia, tecnologia e sacramentalità in un’era post-digitale”.
Dott. Mark Coeckelbergh Docente di Filosofia dei Media e della Tecnologia presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Vienna e più noto per il suo pensiero sulla filosofia della tecnologia, in particolare l’etica della robotica e delle TIC. Ha pubblicato i libri “Crescere relazioni morali” e “Essere umano @ Rischio”.
Prof. Dott. Georg Franck Professore emerito di metodi digitali in architettura e pianificazione spaziale presso l’Università tecnica di Vienna. È noto soprattutto per il suo pensiero su “The Attention Economy” e “Mental Capitalism” su cui ha pubblicato libri con lo stesso nome.
Il transumanesimo, come approccio alla realtà che viviamo, mi pare molto pericoloso e inquietante. Prefigura una volontà di ridurre gli esseri umani a semplici ingranaggi di un meccanismo governato dall’alto, con conseguenze disastrose per la libertà e la evoluzione della specie umana. Perciò sono d’accordo con quanto affermato nell’articolo.
grazie per il tuo contributo Bruna.