In un’atmosfera ricca di frenesia e colore, nel mantenimento delle distanze di sicurezza, più di diecimila persone hanno affollato Piazza del Popolo a Roma e hanno dato vita all’evento centrale del ricco panorama di manifestazioni dello scorso fine settimana, sparse in tutto il paese a sostegno dell’approvazione della legge contro i reati di omotransfobia e discriminazioni per condizioni personali.
Lo stesso Alessandro Zan, dal palco, ha ringraziato le 54 piazze mobilitate in tutta Italia a sostegno del disegno di legge. Sono tante le istanze rappresentate dal variopinto popolo lgbtqa+ e delle persone disabili, quasi centoventi le realtà aderenti, come ricorda Vladimir Luxuria nel suo intervento. Prima che calcassero il palco ho raggiunto gli ospiti più attesi dalla piazza, l’onorevole in carica per il Pd, Alessandro Zan, e Vladimir Luxuria, prima transessuale a sedere in parlamento nella storia d’Italia.
Alessandro Zan
Ho chiesto a entrambi quale sia la difficoltà di parte della politica ad ammettere, a livello culturale, uguali diritti per tutti. Così ha risposto Alessandro Zan: «In Italia abbiamo una destra del tutto illiberale. Questi diritti dovrebbero essere intesi di tutti, invece la destra rappresenta la parte più omofoba, sessista ed arretrata del Paese. Questo non è accettabile, perché la politica dovrebbe darsi da fare per dare pari dignità a tutti i cittadini, a prescindere dalla loro condizione personale. I crimini d’odio colpiscono le persone non per quello che fanno, ma per le loro soggettività, per la loro condizione. Banalmente e semplicemente perché esistono, e questo non è accettabile in un paese che si definisce civile».
Vladimir Luxuria
Vladimir Luxuria: «Alcuni politici pensano che se c’è qualcuno che insulta, se c’è qualcuno che magari tira uno schiaffo, allora questa legge può rappresentare un freno per chi si batte per una visione positiva dei “diversi”».
All’onorevole Zan ho chiesto a che punto è il percorso in parlamento della legge: «Nella commissione presieduta dal leghista Ostellari è stato presentato un numero spropositato di emendamenti per un’iniziativa parlamentare, è evidente che si tratti di un tentativo ostruzionista di allungare i tempi di discussione. Non è possibile che un presidente di commissione o un partito tenga in ostaggio un intero parlamento per degli interessi di parte». E a chi ritiene che le urgenze della politica in questo momento siano altre, il deputato risponde: «Si tratta di una grande scusa che viene usata da parte di chi vuole affossare la legge. I partiti che non la vogliono stanno presentando al parlamento tante proposte, penso a quella d tutela della canzone “Romagna mia”. Ritengo che si tratti di una cosa importante, ma come occorre tutelare quella canzone è altrettanto importante tutelare i diritti delle persone».
Vladimir Luxuria si sofferma su cosa occorra ancora fare in Italia per accettare l’affermazione di questi diritti: «Bisogna sancire un concetto fondamentale. Nessun essere umano può essere offeso nella sua dignità. E chi insulta, chi discrimina, lede la dignità di tutti. Basta con le barriere architettoniche, come basta anche alle barriere mentali. Basta pensare che discriminare qualcuno per la sua particolarità fisica, per un orientamento sessuale, una sua identità di genere, per il fatto di essere donna debba essere impunito».
Concludiamo con la grande emozione di Alessandro Zan nel vedere la piazza molto partecipata, nel pieno rispetto delle normative anti-covid: «Provo un’emozione grandissima. Questa piazza dimostra che si possono fare entrambe le cose in un paese civile. Ci si può occupare della lotta alla pandemia e del sostegno alle imprese, dei lavoratori in difficoltà e a quelli che lo hanno perso a causa della crisi. Ma ci si può occupare anche della tutela della dignità umana e della difesa delle persone che non possono essere discriminate per la loro condizione».
Nell’evento di Roma la percezione che prevale è quella della diversità in tutte le sue accezioni, ma anche della forza spontanea che sostiene l’intera rivendicazione di tutto il popolo arcobaleno e del mondo delle disabilità, in una piazza che di fatto si è dimostrata inclusiva negli spazi e nella comunicazione, provvedendo tramite il Disability Pride Network anche ad un aiuto con interpreti in LIS per le persone sorde, dimostrando nei fatti di essere una piazza che parla a tutti.