L’educazione che riparte da genitori in cerca d’autore; la scuola che invece non è ripartita come poteva; l’adolescenza che resta un enigma. Qual è, di fatto, il ruolo di una scrittrice italiana oggi? Abbiamo provato a chiederlo a Nadia Terranova, che ha firmato numerosi articoli sull’argomento.
È autrice, finora, di sette libri per ragazzi – l’ultimo è Omero è stato qui (Bompiani, 2019) – e di due romanzi che hanno riscosso un ottimo successo di critica e di pubblico: Gli anni al contrario e Addio fantasmi, entrambi per Einaudi, rispettivamente nel 2015 e nel 2018.
Gentilissima Nadia, hai scritto alcuni libri e molti articoli che riflettono sulle bambine e sui bambini fino all’età adulta. Che definizione sociale si potrebbe dare dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia?
Direi che infanzia e adolescenza vengano raccontate attraverso le ansie e i tormenti dei genitori e non c’è quasi mai una reale volontà di comprensione della complessità di questa età, che viene considerata transitoria come un’anticamera del mondo adulto e invece è un’età conclusa in sé.
Siamo passati da un’educazione pedagogica di tipo coercitivo tradizionale a una pedagogia di estrema libertà come quella degli anni Sessanta e Settanta. La generazione dei genitori giovani di oggi si muove entro questi due modelli. Si tratta di una biforcazione nella quale stanno cercando di assestarsi.
Anche nell’ottica dell’incredibile quarantena passata dai più giovani, quanto è importante l’educazione e perché non sembra essere al centro del dibattito politico e sociale?
La scuola, che era la prima a dover riaprire, è in realtà l’ultima ruota del carro ed è gravissimo. Abbiamo visto che ci si può assembrare praticamente ovunque, tranne che dentro una scuola e non c’è stata la volontà di elaborare una soluzione.
Sei stata definita una “scrittrice anfibia” perché ti occupi tanto d’infanzia quanto di adulti. Pensi esista davvero una letteratura “per” ragazzi?
Credo esista una letteratura con bambini e ragazzi dentro che può essere letta e amata dai bambini e dai ragazzi come dagli adulti.
Cosa può dire una scrittrice che si è posta molte volte questi temi a un adulto che ha il ruolo un po’ ingrato del genitore in tempi come questi?
Le scrittrici hanno il compito di divertire, intrattenere, far scappare ed evadere i figli dalle claustrofobiche famiglie. Tutte, perché non ci sono famiglie non claustrofobiche. E i genitori hanno il compito…di fare i genitori!