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Gli islamici sono cattivi – Sono razzista Ma

Islam cattivo. Pure il Corsera se ne accorge.

Continua il bombardamento mediatico contro una religione in particolare, l’islam, con un titolo che il Giornale dedica al Corriere della Sera, asserendo di fatto che se lo dicono da via Solferino una notizia è forse più vera…

Allah, Cristo, Geova, Buddha, sono solo nomi. Una cosa che ogni credente (tendenzialmente) condivide è l’esistenza di un unico dio, e la religione è servita, forse serve ancora, per portare maggiore equilibrio nella società e a educare le persone al rispetto del prossimo.

Se è vero che la missione primordiale delle religioni è educare, civilizzare e soprattutto portare un benessere nella convivialità delle differenze, come diceva un certo Tonino Bello, perché dobbiamo sempre subire notizie come stragi nel nome di Allah, il fuoco per Cristo o il sangue per Buddha?

Non è un caso se oggi il Senegal è diventato un esempio di dialogo interreligioso, come sottolineato anche da papa Francesco.

Il paese della Teranga (accoglienza) ha saputo stabilire una perfetta armonia nella coesistenza tra religione differente e le loro utenze. Una repubblica democratica e laica, dove più del 90 per cento dei cittadini è musulmano e dove comunque ognuno pratica il culto religioso che desidera ed è rispettato per questo.

Nessuno ha il diritto di intromettersi nel credo di ciascuno, vige anzi il dovere civico e morale di permettere che le pratiche religiose si possano eseguire senza problemi. Tutta la la società si incontra nelle diverse manifestazioni religiose, con rispetto e tolleranza.

Moschee e chiese convivono fianco a fianco. Durante le feste religiose nel mio quartiere, che ha la particolarità di avere una forte presenza cristiana, i musulmani cucinano per i cristiani e viceversa. Di solito è facile trovare in una famiglia senegalese un imam della moschea e un prete della chiesa fratelli di sangue. I matrimoni tra persone di religioni diverse sono molto frequenti senza che nessuno dei due sposi debba cambiare la sua appartenenza religiosa.

Però i musulmani sono i cattivi.

*in cover un’illustrazione di Paola Rollo
Ablaye Seye

Ablaye Seye, classe 1991, vive in Italia dal 2009. A Dakar ha studiato alla Scuola di Amministrazione Pubblica, mentre a Lecce si è diplomato come tecnico grafico pubblicitario per poi dedicarsi agli studi di Scienze politiche e Scienze sociali. Gestisce a quattro mani con il direttore Andrea Aufieri la rubrica "Sono razzista, ma".

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