Un fiore, la ricerca scientifica, un gatto, uno starnuto, l’attenzione. Alcune parole a caso, apparentemente estranee, ma amorevolmente accomunate da un atto immateriale e materiale: la cura.
Un fiore, per crescere, ha bisogno di cura poiché necessita di acqua; la ricerca scientifica è importante perché permette la cura di molte malattie; un gatto vuole coccole e cibo, quindi cura; uno starnuto può essere il sintomo di una influenza che va curata; l’attenzione al proprio aspetto, al proprio comportamento, ai propri oggetti, alle persone care e all’ambiente circostante si pratica attraverso la cura.
Prendersi cura di se stessi, di qualcuno o di qualcosa è un atto che richiede attenzione, costanza, tempo. A buon diritto affermiamo, insomma, che curare è un atto d’amore. Non ci stupisce allora che molte poesie siano dedicate a questo tema. Ricorderemo, tra l’altro, che un brano di Franco Battiato si intitola “La cura” ed elenca una serie di azioni volte a prendersi cura di un’altra persona. «Sei un essere speciale ed io avrò cura di te», dice il ritornello.
L’amore e la fiducia rimangono centrali anche quando la cura viene applicata ad ambiti tecnici e professionali. L’esempio classico è il rapporto tra medico e paziente. L’articolo 3 del Codice di Deontologia medica ci spiega meglio che: «Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza discriminazioni di età, di sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera». Concetti come “persona umana”, “dignità” e “libertà” ci dicono molto sulla natura “umanistica” di una professione basata sulla scienza e confermano il significato profondo di “cura” come relazione scambievole e reciproca, che non conosce differenze (dettaglio non trascurabile di questi tempi). Curare è un “prendersi cura” del paziente da parte del medico, ma è anche “aver cura” di seguire la terapia del medico da parte del paziente.
Curarsi, curare, prendersi cura di qualcuno o di qualcosa è una pratica bella, sebbene spesso “trascurata” (appunto!). È un gesto simbolico che accoglie e porta l’oggetto delle cure alla mente e al cuore.