Qualche giorno fa, in occasione della Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica, in un comunicato il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha attribuito l’invenzione della tavola periodica degli elementi al genetista ceco Mendel, invece che al chimico russo Mendeleev. Questa gaffe che naturalmente ci ha elevati tutti (giustamente e ingiustamente) a dotti conoscitori di saperi scientifici, ci offre anche l’opportunità di celebrare il 150esimo compleanno della tavola periodica, inventata nel 1869.
Questa preziosa invenzione di Mendeleev, cui l’Unesco dedicherà diverse attività e commemorazioni nell’arco del 2019, consentì di ordinare gli elementi chimici, sulla base di alcune affinità (chimiche ed elettroniche).
Recentemente, un gruppo di ricercatori di Stanford ha fatto la stessa cosa, utilizzando l’Intelligenza Artificiale (AI). In poche ore, gli scienziati hanno riprodotto un database completo di tutti gli elementi chimici e delle loro proprietà, raggruppati in base alle loro affinità.
Insomma, un software chiamato Atom2Vec ha ottenuto il risultato che generazioni di scienziati, a partire da Mendeleev, hanno raggiunto con più di cento anni di esperimenti.
Del resto, è indiscutibile che l’argomento delle affinità tra gli elementi sia interessante da tanti punti di vista, in diversi momenti storici e persino in differenti ambiti di studio.
Non a caso, proprio riprendendo e reinterpretando le proprietà degli elementi chimici, Goethe intitolò il suo romanzo “Le affinità elettive”, spiegando che: «in questo lasciare e prendere, fuggire e ricercarsi, sembra davvero di vedere una determinazione superiore: si dà atto a tali esseri di una sorta di volontà e capacità di scelta, e si trova del tutto legittimo un termine tecnico come affinità elettive».